Wisława Szymborska IV
Poems:
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| ABC | |
| Fetysz płodności z paleolitu | |
| Scorcio di secolo 
 
 
 Doveva essere migliore degli altri il nostro XX secolo. Non farą pił in tempo a dimostrarlo, ha gli anni contati, il passo malfermo, il fiato corto. 
 
 Sono ormai successe troppe cose che non dovevano succedere, e quel che doveva arrivare, non č arrivato. 
 
 Ci si doveva avviare verso la primavera e la felicitą, fra l'altro. 
 
 La paura doveva abbandonare i monti e le valli, la Veritą doveva raggiungere la meta prima della menzogna. 
 
 Certe sciagure non dovevano pił accadere, ad esempio la guerra. 
 
 Doveva essere rispettata l'inermitą degli inermi, la fiducia e via dicendo. 
 
 Chi voleva gioire nel mondo si trova di fronte a un compito irrealizzabile. 
 
 La stupiditą non č ridicola. La saggezza non č allegra. La speranza non č pił quella giovane ragazza,purtroppo. 
 
 Dio doveva finalmente credere nell'uomo buono e forte, ma il buono e il forte restano due esseri distinti. 
 
 Come vivere?- mi ha chiesto qualcuno a cui io intendevo fare la stessa domanda. 
 
 Da capo e allo stesso modo di sempre, come si č visto sopra, non ci sono domande pił pressanti delle domande ingenue. | 
 
        Miał być 
        lepszy od zeszłych nasz XX wiek. 
        Już zbyt 
        wiele się stało, 
        Miało się 
        mieć ku wiośnie 
        Strach 
        miał opuścić góry i doliny. 
        Miało się 
        kilka nieszczęść 
        W 
        poważaniu być miała 
        Kto 
        chciał cieszyć się światem, 
        Głupota 
        nie jest śmieszna. 
        Nadzieja 
        Bóg miał 
        nareszcie uwierzyć w człowieka 
        Jak żyć - 
        spytał mnie w liście ktoś, 
        Znowu i 
        tak jak zawsze, | 
| La Fine e lInizio 
 
 Dopo ogni guerra cč chi deve ripulire. In fondo un po dordine da solo non si fa. 
 Cč chi deve spingere le macerie ai bordi delle strade per far passare i carri pieni di cadaveri. 
 Cč chi deve sprofondare nella melma e nella cenere, tra le molle dei divani letto, le schegge di vetro e gli stracci insanguinati. 
 Cč chi deve trascinare una trave per puntellare il muro, cč chi deve mettere i vetri alla finestra e montare la porta sui cardini. 
 Non č fotogenico, e ci vogliono anni. Tutte le telecamere sono gią partite per unaltra guerra. 
 Bisogna ricostruire i ponti e anche le stazioni. Le maniche saranno a brandelli a forza di rimboccarle. 
 Cč chi, con la scopa in mano, ricorda ancora comera. Cč chi ascolta annuendo con la testa non mozzata. Ma presto lģ si aggireranno altri che troveranno il tutto un po noioso. 
 Cč chi talvolta dissotterrerą da sotto un cespuglio argomenti corrosi dalla ruggine e li trasporterą sul mucchio dei rifiuti. 
 Chi sapeva di che si trattava, deve far posto a quelli che ne sanno poco. E meno di poco. E infine assolutamente nulla. 
 Sullerba che ha ricoperto le cause e gli effetti, cč chi deve starsene disteso con una spiga tra i denti, perso a fissare le nuvole. 
 
 Traduzione di Pietro Marchesani | 
    Po 
    każdej wojnie 
 
    Ktoś 
    musi zepchnąć gruzy 
 
    Ktoś 
    musi grzęznąc 
 
    Ktoś 
    musi przywlec belkę 
 
    
    Fotogeniczne to nie jest 
 
    
    Mosty trzeba z powrotem 
 
    Ktoś 
    z miotłą w rękach 
 
    Ktoś 
    czasem jeszcze 
 
    Ci, 
    co wiedzieli 
 
    W 
    trawie, która porosła 
 
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| Il Classico 
 
 Qualche zolla di terra, e la vita sarą dimenticata. la musica si libererą dalle circostanze. Si calmerą la tosse del maestro sui minuetti. E saranno tolti i cataplasmi. Il fuoco divorerą la parrucca piena di polvere e pulci. Spariranno le macchie di inchiostro dal polsino di merletto. Finiranno tra i rifiuti le scarpe, scomode testimoni. Il violino verrą preso dallallievo meno dotato. saranno tolti dagli spartiti i conti del macellaio. Le lettere della povera madre finiranno in pancia ai topi. Apaga-se aniquilado o amor infeliz Os olhos deixarćo de verter lįgrimas. Hį uma fita cor-de-rosa que darį jeito ą filha dos vizinhos. Graēas a Deus os tempos nćo sćo romānticos. Tudo o que nćo é quarteto recusado vai ser por ser o quinto. Tudo o que nćo é quinteto serį lanēado fora por ser sexto. Tudo o que nćo foi coro de quarenta anjos se hį-de sumir como ganido de cćo e soluēo de gendarme. Vćo tirar da janela o vaso de aloés, O prato de veneno para as moscas e o frasco da pomada, e desvenda-se  claro  a vista para o jardim, jardim esse que jamais aqui existiu. E ora ascoltate, ascoltate, o mortali, stupefatti tendete attenti lorecchio, o assorti, o stupiti, o rapiti mortali, ascoltate - ascoltatori - mutati in udito. | Klasyk
    
    Kilka grud ziemi a będzie zapomniane życie.  | 
| Nulla due volte 
 Nulla due volte accade nč accadrą. Per tal ragione nasciamo senza esperienza, moriamo senza assuefazione. 
 Anche gli alunni pił ottusi della scuola del pianeta di ripeter non č dato le stagioni del passato. 
 Non cč giorno che ritorni, non due notti uguali uguali, nč due baci somiglianti, nč due sguardi tali e quali. 
 Ieri, quando il tuo nome qualcuno ha pronunciato, mi č parso che una rosa sbocciasse sul selciato. 
 Oggi, che stiamo insieme, ho rivolto gli occhi altrove. Una rosa? Ma cosč? Forse pietra, o forse fiore? 
 Perchč tu ora malvagia, dai paura e incertezza? Ci sei - perciņ devi passare. Passerai - e in ciņ sta la bellezza. 
 Cercheremo unarmonia, sorridenti, fra le braccia, anche se siamo diversi come due gocce dacqua. 
 Trad.: Pietro Marchesani | 
 
 
    Nic dwa razy 
    się nie zdarza  
 
    Choćbyśmy 
    uczniami byli  
 
    Żaden dzień 
    się nie powtórzy,  
 
    Wczoraj, 
    kiedy twoje imię  
 
    
    Dziś, kiedy 
    jesteśmy razem,  
    
     
 
    
    Uśmiechnięci, 
    współobjęci  | 
| SCOPERTA 
 Credo nella grande scoperta. Credo nelluomo che farą la scoperta. Credo nella paura delluomo che farą la scoperta. 
 Credo nel pallore del suo viso, nella sua nausea, nel sudore gelato del suo labbro. 
 Credo nei suoi appunti bruciati, ridotti in cenere, bruciati fino allultimo. 
 Credo nelle cifre sparpagliate, sparpagliate senza rimpianto. 
 Credo nella fretta delluomo, nella precisione dei suoi gesti, nel suo libero arbitrio. 
 Credo nelle lavagne fracassate, nei liquidi versati, nei raggi spenti. 
 Affermo che ciņ riuscirą, che non sarą troppo tardi, e che avverrą in assenza di testimoni. 
 Nessuno lo saprą, ne sono certa, né la moglie, né la parete, neppure luccello, potrebbe cantare. 
 Credo nella mano che non si presta, credo nella carriera spezzata, credo nel lavoro di molti anni sprecato. Credo nel segreto portato nella tomba. 
 Queste parole mi veleggiano sopra le regole. Non cercano appoggio in nessun esempio. La mia fede č forte, cieca e senza fondamento. | 
    
    Wierzę w wielkie odkrycie.  | 
| 
    Vocabulary  
    
    ``La Pologne? La Pologne? 
    Isn't it terribly cold there?'' she asked, and then sighed with relief. So 
    many countries have been turning up lately that the safest thing to talk 
    about is climate. Translated by Stanislaw Baranczak and Clare Cavanagh | - La Pologne? La Pologne? Tam strasznie zimno, prawda? - spytała mniei odetchnęła z ulgą. Bo porobiło się tych krajów tyle, że najpewniejszy jestw rozmowie klimat. 
 - O pani - chcę jej opowiedzieć - poeci mego kraju piszą w rękawicach. Nie twierdzę, że ich wcale nie zdejmują; jeżeli księżyc przygrzeje, to tak. W strofach złożonych z gromkich pohukiwań, bo tylko to przedziera się przez ryk wichury, śpiewają prosty byk pasterze fok. Klasycy ryja soplem atramentu na przytupanych zaspach. Reszta, dekadenci, płaczą nad losem gwiazdkami ze śniegu. Kto chce się topic musi mieć siekierę do zrobienia przerębli. O pani, o moja droga pani. 
 Tak chcę jej odpowiedzieć. Ale zapomniałam, jak będzie foka po francusku. Nie jestem pewna sopla i przerębli. 
 - La Pologne? La Pologne? Tam strasznie zimno, prawda? - Pas du tout - odpowiedziałam lodowato. | 
| A MOMENT IN TROY 
    
    Little 
    girls - 
    
    not turning 
    any heads 
    
    looking 
    just like Mom or Dad, 
    
    in the 
    middle of dinner, 
    
    In the 
    grand boudoir of a wink 
    
    They ascend 
    the royal staircase 
    
    They feel 
    light. They all know 
    
    Their small 
    faces 
    
    Those tall, 
    dark movie stars, 
    
    the teacher 
    from art class,  
    
    Little 
    girls  
    
    Little 
    girls  
    
    Little 
    girls  
    
    Pale and 
    tearless.  
    
    Little 
    girls  | Chwila w Troi
 
    
    Małe dziewczynki  chodzące po powiekach świata, 
    
    podobne do tatusia albo do mamusi  
    
    znad talerza  
    
    W wielkich szatniach okamngnienia  
    
    Wstępują po królewskich schodach  
    
    Czują 
    się lekkie. Wiedzą, że  
    
    Twarzyczki ich,  
    
    Bruneci z filmów,  
    
    Małe dziewczynki  
    
    Małe dziewczynki  
    
    Małe dziewczynki  
    
    Blade i bez jednej łzy.  Małe 
    dziewczynki  | 
| ALGUMA GENTEAlguma gente a fugir de alguma gente Em um paķs ao sol e algumas nuvens. 
 Deixam atrįs de si algum seu tudo, campos semeados, umas galinhas, cćes, um espelhito onde se mira o próprio fogo. 
 
 Levam ąs costas trouxas e vasilhas quanto mais vazias, tanto mais dia após dia pesadas. 
 
 É em silźncio que alguém se detém, em alarido o roubo por alguém do pćo a alguém, o abanar por alguém do filho morto. 
 
 Ą frente deles um caminho que nunca é por aqui, uma ponte que nćo é a que devia sobre um rio estranhamente cor-de-rosa. Em volta alguns disparos, ora perto, ora mais longe no alto um avićo meio caindo. 
 
 Daria jeito alguma invisibilidade, um dom de pedra parda, ou ainda melhor, de nćo ser, por certo tempo breve ou mesmo longo. 
 
 Alguma coisa hį-de ainda acontecer, mas quź e onde. Alguém surgir em frente, mas quando e quem, quantos os vultos e quais as intenēões. Se acaso tiver alguma escolha, talvez nćo queira ser inimigo e acabe por os deixar com alguma vida. 
 
 Traduēćo de Jślio Sousa Gomes, em Wisława Szymborska, Paisagem com grćo de areia, Relógio dĮgua, Lisboa, 1998. ISBN 972-708-490-7. 
 . | Jacyś ludzie
    Jacyś ludzie w ucieczce przed 
    jakimiś ludźmi. 
    Zostawiają za sobą jakieś swoje 
    wszystko, 
    Mają na plecach dzbanki i tobołki, 
    Odbywa się po cichu czyjeś 
    ustawanie, 
    Przed nimi jakaś wciąż nie tędy 
    droga, 
    Przydałaby się jakaś 
    niewidzialność, 
    Coś jeszcze się wydarzy, tylko 
    gdzie i co. 
 
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| OPENNESS 
    
     translated by Joanna Trzeciak | Oto my, nadzy kochankowie piękni dla siebie - a to dosyć- odziani tylko w listki powiek leżymy wśród głębokiej nocy. 
 Ale już wiedzą o nas, wiedzą te cztery kąty, ten piec piąty domyślne cienie w krzesłach siedzą i stół w milczeniu trwa znaczącym. 
 I wiedzą szklanki, czemu na dnie herbata stygnie nie dopita Swift już nadziei nie ma żadnej nikt go tej nocy nie przeczyta. 
 A ptaki? Złudzeń nie miej wcale: wczoraj widziałam, jak na niebie pisały jawnie i zuchwale to imię, którym wołam ciebie. 
 A drzewa? Powiedz mi co znaczy ich szeptanina niestrudzona? Mówisz: Wiatr chyba wiedzieć raczy A skąd się wiatr dowiedział o nas? 
 Wleciał przez okno nocny motyl, i kosmatymi skrzydełkami toczy przyloty i odloty szumi uparcie ponad nami. 
 Może on widzi więcej od nas bystrością owadziego wzroku? Ja nie przeczułam, tyś nie odgadł że nasze serca świecą w mroku. 
 | 
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 Eccoci qui distesi, amanti nudi belli per noi - ed č quanto basta- solo con foglie di palpebre vestiti siamo immersi nella notte vasta 
 Ma gią sanno di noi, gią sanno queste quattro mura, la stufa spenta, ombre sagaci sulle sedie stanno e il tacere del tavolo č eloquente 
 E sanno i bicchieri perchč sul fondo il tč bevuto non si raffredda. Swift ormai non puņ certo fare conto che questa notte ci sia chi lo legga. 
 E gli uccelli? Non illuderti per niente: ieri li ho visti scrivere volando con ardire e apertamente quel nome con cui ti sto chiamando. 
 E gli alberi? Qual'č il significato del loro incessante bisbigliare? Dici: solo il vento forse č informato. Ma di noi come ha potuto sapere? 
 Dalla finestra č entrata una falena e con le sue piccole ali pelose atterra e decolla di gran lena, fruscia sul nostro capo senza posa. 
 Forse quell'insetto pił di noi dotato d'una vista acuta vede meglio? Io non ho intuito, nč tu indovinato che i nostri cuori splendono nel buio. 
 Traduzione di Pietro Marchesani | Jawność Oto my, nadzy kochankowie piękni dla siebie - a to dosyć- odziani tylko w listki powiek leżymy wśród głębokiej nocy. 
 Ale już wiedzą o nas, wiedzą te cztery kąty, ten piec piąty domyślne cienie w krzesłach siedzą i stół w milczeniu trwa znaczącym. 
 I wiedzą szklanki, czemu na dnie herbata stygnie nie dopita Swift już nadziei nie ma żadnej nikt go tej nocy nie przeczyta. 
 A ptaki? Złudzeń nie miej wcale: wczoraj widziałam, jak na niebie pisały jawnie i zuchwale to imię, którym wołam ciebie. 
 A drzewa? Powiedz mi co znaczy ich szeptanina niestrudzona? Mówisz: Wiatr chyba wiedzieć raczy A skąd się wiatr dowiedział o nas? 
 Wleciał przez okno nocny motyl, i kosmatymi skrzydełkami toczy przyloty i odloty szumi uparcie ponad nami. 
 Może on widzi więcej od nas bystrością owadziego wzroku? Ja nie przeczułam, tyś nie odgadł że nasze serca świecą w mroku. 
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| SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE 
    
    gią 
    splende il bosco nelle Ardenne. 
    
    
    mangiai pane, bevvi acqua, 
    
    va' 
    via, va' via, ma non per terra 
    
    
    guardiamoci dentro ad occhi chiusi 
    
    che 
    coppia poco divertente: Traduzione di Pietro Marchesani | 
    Już 
    las w Ardenach świeci. 
    
    Jadłam chleb, piłam wodę, 
    I 
    dlatego zasłoń oczy. 
    
    Patrzmy w siebie zamkniętymi oczami. 
    
    Małośmieszna para z nas: 
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| Descubrimiento 
 
    
    
    Creo en el gran descubrimiento.  
 
    
    
    Creo en la palidez de su rostro,  
 
    
    
    Creo en la quema de las notas,  
 
    
    
    Creo en la dispersión de los nśmeros,  
 
    
    
    Creo en la rapidez del hombre,  
 
    
    
    Creo en la destrucción de las tablillas,  
 
    
    
    Afirmo que todo funcionarį  
 
    
    
    Nadie lo averiguarį, no me cabe duda,  ni siquiera un pįjaro, porque bien puede cantar. 
 
    
    
    Creo en la mano detenida,  
 
    
    
    Para mķ estas palabras se remontan por encima de las reglas.  | Odkrycie 
    
    Wierzę w wielkie odkrycie.  | 
| Golden Anniversary 
 
 They have been different once, fire and water, miles apart, robbing and giving in desire, that assault on one anothers otherness. Embracing, they appropriated and expropriated each other for so long, that only air was left within their arms, transparent as if after lightning. 
 One day the answer came before the question. Another night they guessed their eyes expression by the type of silence in the dark. 
 Gender fades, mysteries molder, distinctions meet in all-resemblance just as all colors coincide in white. 
 Which of them is doubled and which missing? Which one is smiling with two smiles? Whose voice forms a two-part canon? When both heads nod, which one agrees? Whose gesture lifts the teaspoon to their lips? Whos flayed the other one alive? Which one lives and which has died entangled in the lines of whose palm? 
 They gazed into each others eyes and slowly twins emerged. Familiarity breeds the most perfect of mothers  it favors neither of the little darlings, it scarcely can recall which one is which. 
 On this festive day, their golden anniversary, a dove, seen identically, perched on the windowsill. Translated from Polish by Stanislaw Baranczak and Clare Cavanagh | 
 
    Musieli 
    kiedyś być odmienni, ogień i woda,  
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| MOTION 
 Youre crying here, but there theyre dancing There theyre dancing in your tear. There theyre happy, making merry, They dont know a blessed thing. Almost the glimmering of mirrors. Almost candles flickering. Nearly staircases and hallways. Gestures, lace cuffs, so it seems. Hydrogen, oxygen, hose rascals. Chlorine, sodium, a pair of rogues. The fop nitrogen parading up and down, around, about, beneath the vault, inside the dome. Your cryings music to their ears. Yes, eine kleine Nachtmusik. Who are you, lovely masquerader. Translated from Polish by Stanislaw Baranczak and Clare Cavanagh | RuchTy tu płaczesz, a tam tańczą.Tam tańczą w mojej łzie. Tam się bawią, tam wesoło, Tam nie wiedza nic a nic. Omal że migoty luster. Omal że płomyki świec. Prawie schodki i krużganki. Jakby mankiet, jakby gest. Ten lekkoduch wodór z tlenem. Te gagatki chlor i sód. Fircyk azot w korowodach Spadających, wzlatujących, Wirujących pod kopułą. Ty tu płaczesz, w to im grasz. Eine Kleine Nachtmusik. Kim jesteś, piękna maseczko. 
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| Written in a hotel 
 
 Kyoto is fortunate, fortunate and full of palaces, winged roofs, stairs like musical scales. Aged but flirtatious, stony but alive, wooden, but growing from sky to earth, Kyoto is a city whose beauty moves you to tears. 
 I mean the real tears of a certain gentleman, a connoisseur, lover of antiquities, who at a key moment from behind a green table, exclaimed that after all there are so many inferior cities and burst out sobbing in his seat. 
 Thats how Kyoto, far lovelier than Hiroshima, was saved. 
 But this is ancient history. I cant dwell on it forever or keep asking endlessly, whats next, whats next. 
 Day to day I trust in permanence, in historys prospects. How can I sink my teeth into apples in a constant state of terror. 
 Now and then I hear about some Prometheus wearing his fire helmet, enjoying his grandkids. 
 While writing these lines I wonder what in them will come to sound ridiculous and when. 
 Fear strikes me only at times. On the road. In a strange city. 
 With garden-variety brick walls, a tower, old and ordinary, stucco peeling under slapdash moldings, cracker-box housing projects, nothing, a helpless little tree. 
 What would he do here, that tenderhearted gentleman, the connoisseur, lover of antiquities. 
 Plaster god, have mercy on him. Heave a sigh, oh classic, from the depths of your mass-produced bust. 
 Only now and then, in a city, one of many. In a hotel room overlooking the gutter with a cat howling like a baby under the stars. 
 In a city with lots of people, many more than youll find painted on jugs, cups, saucers, and silk screens. 
 In a city about which I know this one thing: its not Kyoto, not Kyoto for sure. 
 Translated from Polish by Stanislaw Baranczak and Clare Cavanagh | 
 
 
    
    Kioto ma szczęście,  
 
    
    Prawdziwych łez  
 
    
    Tak ocalało Kioto  
 
    
    Na co dzień wierzę w trwałość,  
 
    
    Słyszę, że Prometeusz ten i ów  
 
    
    Pisząc te swoje wiersze  
 
    
    Już tylko czasem  
 
    
    Gdzie z cegły mur jak mur,  
 
    
    Co by tu robił  
 
    
    Pożal się z gipsu boże.  
 
    
    Już tylko czasem  
 
    
    W mieście, gdzie dużo ludzi,  
 
    
    W mieście, o którym wiem  
 | 
| Monologo per Cassandra 
 
    
    Sono io, Cassandra. 
 
    
    E' vero, sto trionfando. 
 
    
    Ora lo rammento con chiarezza: 
 
    
    Li amavo. 
    
    guardatevi dall'alto delle stelle. 
 
    
    Vivevano nella vita. 
 
    
    E' andata come dicevo io. 
 
 traduzione di Pietro Marchesani | Monolog dla Kasandry 
 
    
    To ja, 
    Kasandra, 
    
    To prawda, 
    tryumfuję. 
    
    Wyraźnie 
    teraz przypominam sobie, 
    
    Kochałam ich. 
    
    spójrzcie na 
    siebie z gwiazd. 
    
    Żyli w życiu. 
    
    Wyszło na 
    moje. A to jest moja wykrzywiona twarz. Twarz, która nie wiedziała, że mogła być piękna. 
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| A Paleolithic Fertility Fetish 
 
 The Great Mother has no face Why would the Great Mother need a face. The face cannot stay faithful to the body, the face disturbs the body, it is undivine, it disturbs the bodys solemn unity. 
    
    The Great 
    Mothers visage is her bulging belly 
 
    
    The Great 
    Mother has no feet. She has gone just as far as she wants and keeps watch in the workshops under her taut skin. 
 
    
    So there's 
    a world out there? Well and good.  
 The Great Mother barely has a pair of arms, two tiny limbs lie lazing on her breass. Why would they want to bless life, give gifts to what has enough and more! Their only obligation is to endure as long as earth and sky just in case of some mishap that never comes. To form a zigzag over essence. The ornaments last laugh. Translated by Stanislaw Baranczak and Clare Cavanagh | Fetysz płodności z paleolitu
 
    
    Wielka Matka nie ma twarzy.  
 
    
    Wielka Matka nie ma stóp.  
 
    
    Jet świat? No to i dobrze.  To dużo, bardzo dużo z jego strony. 
 
    
    Wielka Matka dwie rączki ledwie ledwie ma,  | 
| El Primer Amor 
     
 
    
    Habķa algo y 
    no habķa algo entre nosotros,  
 
    
    Mis manos no 
    tiemblan  
 
    
    Nuestro śnico 
    encuentro después de ańos  
 
    
    Otros amores
     
 
    
    Y sin 
    embargo, éste logra, tal cual es,  | 
     
 
    
    Coś między 
    nami było i nie było, 
 
    
    Nie drżą mi 
    ręce, 
 
    
    Nasze jedyne 
    spotkanie po latach 
 
    
    Inne miłości 
 
    
    A jednak 
    właśnie taka, jaka jest, | 
| The Isle of Sirens 
 
    
    They stood on the shore, 
 
    
    Ulysses, who knew of it, 
 
    
    Where is that island, 
    
     
 
    
    Beauty has ceased 
 
    
    My words Translated by Anna Piwnicka | 
 
    
    Na brzegu stały,  
 
    
    Wiedząc to Odyss  
 
    
    Gdzie jest ta wyspa,  
 
    
    Czary prysnęły,  
 
    
    Przestało piękno 
 
    
    To, o czym mówię,  | 
| IMPRESSO NELLA MEMORIA 
 Si amarono tra i noccioli sotto soli di rugiada, raccolsero nei capelli, foglie e terra bagnata. 
 Cuore della rondine, abbi pietą di loro. 
 In ginocchio sulla riva, pettinarono le foglie, e i pesci si accostavano lucenti nelle scaglie. 
 Cuore della rondine, abbi pietą di loro. 
 I riflessi degli alberi _ fumo sullo sciabordio. Rondine, fa' ch'essi mai conoscano l'oblio. 
 Rondine, spina di nube, ancora dell'atmosfera, Icaro perfezionato, frac asceso in cielo, 
 rondine, calligrafa, lancetta senza minuti, primo gotico alato, strabismo nei cieli, 
 rondine, silenzio acuto, lutto festante, aureola degli amanti, abbi pietą di loro. | 
    
    Kochali się w leszczynie 
    
    Serce jaskółki, 
    
    Uklękli nad jeziorem, 
    
    Serce jaskółki, 
    
    Odbicia drzew dymiły 
    
    Jaskółko, cierniu chmury, 
    
    jaskółko, kaligrafio, 
    
    jaskółko, ciszo ostra, | 
| Sulla morte, senza esagerare 
 
    
    Non sintende di scherzi, 
 
    
    Quando conversiamo del domani 
 
    
    Non sa neppure ciņ 
 
    
    Occupata a uccidere, 
 
    
    Vada per i trionfi, 
    
    A volte le manca la forza 
    
    Tutti quei bulbi, baccelli, 
 
    
    La cattiva volontą non basta 
 
    
    I cuori battono nelle uova. 
 
    
    Chi ne afferma lonnipotenza 
 
    
    Non cč vita 
 
    
    La morte 
 
    
    Invano scuote la maniglia | O śmierci bez przesady 
 
    
    Nie zna się 
    na żartach, 
    
    W nasze 
    rozmowy o planach na jutro 
    
    Nie umie 
    nawet tego, 
    
    Zajęta 
    zabijaniem, 
    
    Tryumfy 
    tryumfami, 
    
    Czasami brak 
    jej siły, 
    
    Te wszystkie 
    bulwy, strąki, 
    
    Zła wola nie 
    wystarcza 
    
    Serca stukają 
    w jajkach. 
    
    Kto twierdzi, 
    że jest wszechmocna, 
    
    Nie ma 
    takiego życia, 
    
    Śmierć 
    
    Na próżno 
    szarpie klamką | 
| 
    Gawędzilismy 
    sobie, 
 | Un ricordo 
 Stavamo chiacchierando, siamo ammutoliti dimprovviso. Sulla terrazza appare una ragazza, ah, bella, troppo bella per il nostro tranquillo soggiorno. 
 Basia ha sbirciato in preda al panico il marito. Krystyna ha posato distinto la sua mano su quella di Zbyszek. Io ho pensato: ti telefonerņ, ti dirņ  non venire ancora, č prevista pioggia per qualche giorno. 
 Solo Agnieszka, una vedova, ha accolto la bella con un sorriso. Traduzione di Pietro Marchesani | 
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    Poeta czyta 
    wiersze niewidomym. 
 | La cortesia dei non vedenti 
 
 Il poeta legge le poesie ai non vedenti Non pensava che fosse cosģ difficile. Gli trema la voce. Gli tremano le mani. 
 Sente che ogni frase Č qui messa alla prova delloscuritą. Dovrą cavarsela da sola, senza luci e colori. 
 Unavventura pericolosa Per le stelle nei suoi versi, per laurora, larcobaleno, le nuvole, i neon, la luna, per il pesce finora cosģ argenteo sotto lacqua, per il sparviero, alto e silenzioso nel cielo. 
 Legge  perché ormai č troppo tardi per non farlo  del ragazzo in giubba gialla su un prato verde, dei tetti rossi nella valle, calcolabili, dei numeri mobili sulle maglie dei giocatori e della sconosciuta nuda sulla porta socchiusa. 
 Vorrebbe tacere  benché sia impossibile  Di tutti quei santi sulla volta della cattedrale, di quel gesto daddio dal finestrino del treno, della lente del microscopio e del fioco raggio nellanello e deli schermi e specchi e dellalbum coi visi. 
 Ma grande č la cortesia dei non vedenti, grande la comprensione e magnanimitą. Ascoltano, sorridono e applaudono. 
 Uno di loro persino si avvicina con il libro aperto alla rovescia, chiedendo un autografo che non vedrą. Traduzione di Pietro Marchesani | 
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 Nigdy już się nie dowiem, co myślał o mnie A. Czy B. do końca mi nie wybaczyła. Dlaczego C. udawał, że wszystko w porządku. Jaki był udział D. w milczeniu E. Czego F. oczekiwał, jeśli oczekiwał. Czemu G. zapomniała, choć dobrze wiedziała. Co H. miał do ukrycia. Co I. chciala dodać. Czy fakt, że byłam obok miał jakiekolwiek znaczenie dla J. dla K. I reszty alfabetu. 
 
 | ABC 
 Ormai non verrņ pił a sapere cosa pensava di me A. Se B. fino all'ultimo non mi ha perdonato. Perchč C. faceva finta che fosse tutto a posto. Che parte aveva D. nel silenzio di E. Cosa si aspettava F. se si aspettava qualcosa. Perchč G. ha dimenticato benché sapesse bene. Cosa aveva da nascondere H. Cosa voleva aggiungere I. Se il fatto che ero accanto avesse un qualunque significato per J. per K. e il restante alfabeto. 
 Traduzione di Pietro Marchesani |